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Flat Out


Signore e signori buona sera e benvenuti, mettetevi comodi perché sta per cominciare il solo, l’unico, l’incredibile, il vero: “SFASCIACARROZZE SHOW”!!!
Non si tratta di nulla di complicato, Flat Out è un racing game, dove gli otto contendenti in pista cercano di guadagnare la testa della corsa e tagliare il traguardo in quella prestigiosa posizione. Il bello è che è consentita ogni sorta di scorrettezza per salire sul podio per primi.
Quindi il circo dei motori si trasforma in una competizione a base di sportellate simile alla serie Burnout.
La prima differenza sostanziale con il titolo Criterion risiede nell’ambientazione campagnola alla Duke of Hazzard e nella tipologia di veicoli, che masticano lo sterrato dei tracciati. In pratica il volante da impugnare non sarà quello di una super sportiva di lusso, ma quello di macchine alla Destruction Derby, per capirci. La novità sostanziale di questo gioco è la fisica, che governa gli eventi in pista e fuori pista. Mi spiego meglio: non solo le automobili si muoveranno in maniera quanto mai verosimile, ma anche tutto il mondo che circonda la gara (cartelloni, capannoni, varie ed eventuali) sarà sottoposto alle leggi della dinamica (azione/reazione you know?). Accelerate fino in fondo e quando vedete la staccionata non sterzate. Cosa succede?
Ovviamente lo steccato vola via in mille pezzi, che si vanno ad adagiare con naturalezza in ogni dove, il muso del vostro mezzo si ammacca e se per caso, al di là della barriera di legno ci fosse stato un palo, al secondo impatto avreste visto il pilota schizzar via come un proiettile attraverso il parabrezza con il sistema ragdoll a governare i suoi movimenti.
Come spero abbiate capito, l’accuratezza del motore fisico non solo amplifica la sensazione di realismo, ma è il centro nevralgico su cui ruota la malatissima meccanica di gioco. Nonostante la mole di dati gestiti dal motore grafico, le richieste hardware per la versione pc non sono esose, mentre sia la versione Playstation 2 che quella per X-Box dimostrano di saper gestire egregiamente poligoni, texture e fisica senza inciampare.
Gli unici appunti, che si possono fare ad un comparto curato quasi sotto tutti i punti di vista, riguarda il design non proprio vario dei mezzi ed un paio di piccolezze, quali le deformazioni delle scocche dei veicoli, che sono pre-calcolate, ma non meno efficaci, e la mancanza di un qualche piccolo accorgimento per rappresentare il comprimersi della neve al vostro passaggio, o all’atterraggio dei piloti fuori pista (avete presente lo schema innevato di Virtua Fighter 4?).

Superata la fase in cui si sfamano gli occhi, una volta al volante ci si rende subito conto che anche qui i risultati sono più che discreti; la potenza dei cavalli che scaricate a terra si sente ad ogni accelerata; i cavalli americani delle muscle car simili a quelle del capostipite Destruction Derby si lasciano controllare egregiamente, mantenendo un assetto a metà strada tra il realismo e l’arcade più permissivo.
Un ottimo sottotitolo per questo gioco potrebbe essere “sgommare, che piacere!”, perchè le curve in derapata saranno il pane per i vostri denti, ovviamente coadiuvati non solo dalla spinta del motore, ma anche dal boost che si carica ad ogni scontro. In men che non si dica, per trovarvi con la barra del turbo a pieno regime, sarete disposti a fare un macello completo, buttando giù e travolgendo tutto quello che vi capita a tiro.
Questo, come dicevo in apertura, innescherà le potenzialità del motore fisico (spingendo all’estremo il concept del gioco), portandovi a mandare gli altri piloti fuori strada, per vedere ciò che può succedere facendo sbattere quello contro quella catasta di tronchi o quell’altro contro il braccio dell’escavatrice.

La longevità di questo titolo è assicurata dal buon numero di competizioni a cui accedere (bronzo, argento, oro, più bonus speciali), dalla caparbietà dei concorrenti in pista e dal track design, che pur non risultando eccezionale, obbliga il giocatore a tenere gli occhi incollati alla strada, anche dopo aver affrontato la millesima volta le stesse curve.
La pecca più grave è forse la scarsa varietà di ambientazioni, ma questo viene compensato da un buon numero di variabili sul tema: foresta, foresta innevata, autodromo nella foresta e così via. Per allungare ulteriormente il brodo, il team responsabile dello sviluppo ha ben pensato di introdurre tutta una serie di mini giochi, che si sbloccheranno man mano che andrete avanti con la carriera. Questi sfruttano le potenzialità offerte dalla fisica realistica di questo gioco in modo assai particolare. Non tutti i giorni capita di provare un tiro al bersaglio o una partita di bowling, in cui chi fà la parte della freccetta o della palla tri-forata è il pilota, che viene scaraventato fuori dall’abitacolo della macchina lanciata a folle velocità. Questo sarebbe stato di cattivo gusto, ma fortunatamente non è così, perchè e tutto confezionato in modo da sembrare comico (sia lodata la meccanica Ragdoll che fà somigliare il nostro autista più ad un bambolotto che ad un uomo). Come di consueto è graditissima la presenza della modalità on-line che si sposa perfettamente con il genere di guida belligerante.

Un titolo di indubbia fattura che cattura e coinvolge in maniera adeguata. Divertente, veloce ed abbastanza longevo. Peccato per la scarsa varietà di ambientazioni, che avrebbero sicuramente amplificato il piacere di gioco. Flat Out è riuscito a proporsi come nuovo e riuscito Destruction Derby; magari con un seguito potrebbe iniziare ad impensierire Burnout.
Da Sergio è tutto. Alla prossima.



   
Sergio    
 
   
   

  Prodotto
  Empire Interactive
  Sviluppatore
  Bugbear
  Genere
  Guida Arcade
  Giocatori
  1 - 8
  Lingua 
  Sottotitoli in Italiano
  Votazione
   
  + Punta di diamante:
  - Eccellente giocabilità.
  - Motore fisico integrato nella meccanica di gioco.
  - Pecora nera:
  - Scarsa varietà.
 
 
 

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