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PS3 - Max Payne 3
Max Payne 3

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Produttore:
Take 2
Sviluppatore:
Rockstar Games
Lingua:
Inglese/Italiano
Versione:
Pal
Genere:
Action
Giocatori:
1 - 16
PEGI:
18

Ne è passato di tempo vero Max? New York era diventata troppo stretta e già allora era difficile credere che potesse contenere ancora il tuo passato, i tuoi rimorsi e quello che rimaneva della tua vita.. quella città non ti ha mai digerito e se ancora non te ne sei accorto, sbronzo duro e sempre fatto dall'abuso di tutti quei farmaci che prendi non fatico a crederlo, ti ha vomitato.. ora sei in un altro posto, può significare tante cose, una tra queste è un nuovo inizio, una nuova vita.
Non sei arrivato qui per caso è come al solito è solo merito tuo se NY non è riuscita a reggere l'ennesima indigestione.. era una sera come tante amico, la rabbia e l'angoscia erano le uniche compagne di bevute come sempre, i ricordi che tentavi di affogare erano e sono tutt'ora nuotatori provetti.. è bastato poco per commettere l'ennesimo errore.. e cosa è rimasto dell'onesto e devoto poliziotto? Solo un pesante cinico bastardo.. ma per quello che dobbiamo fare sei il solo che reputo all'altezza della situazione.. poi chissà, un giorno potresti fare la pace con te stesso e iniziare davvero una nuova vita..”

Se penso ad un'ipotetica classifica dei giochi che hanno cambiato radicalmente il modo di intendere gli action game, il primo indimenticabile Max Payne svetta solitario e fiero in cima al podio.. c'è poco da fare, il talentuoso team Remedy allora realizzò la prima vera (fino ad oggi insuperata) graphic novel videoludica, un concentrato di atmosfera e narrazione davvero sublime il tutto condito da un gameplay frenetico e talmente innovativo che ha fatto scuola per quasi tutti gli Shooter in terza persona usciti successivamente. Di cloni più o meno riusciti di “faccetta buffa” (così si era soliti apostrofare il protagonista per come era stato realizzato nel primo capitolo, di base utilizzarono le fattezze di Sam Lake, sceneggiatore del gioco) da allora ne sono usciti parecchi, ma per quanto fossero ben realizzati (Stranglehold era un più che discreto esempio di clone fatto ad arte..) mancavano di quella componente narrativa sopra le righe e, soprattutto, della cinica ironia del protagonista sempre sottolineata dalle battute al vetriolo recitate dalla voce fuori campo.. inutile dire che la mancanza di Max cominciava a farsi sentire, il primo capitolo infatti ha ben 11 anni sul groppone e di personaggi così ben caratterizzati il mondo videoludico è orfano da tempo.
Questo 3° capitolo arriva sul mercato in un momento avaro di titoli davvero eclatanti e ovviamente si porta in dote un carico di aspettative enorme. La fan base del capolavoro Remedy infatti non accolse in modo molto entusiastico ne il cambio di team (questo terzo capitolo è realizzato internamente da Rockstar games..) ne le prime informazioni che annunciavano un cambio di location, buona parte del gioco infatti è ambientato a Sao Paolo in Brasile. Questi fattori diffusero un certo scetticismo nei confronti del progetto.. un errore di valutazione iniziale che chi segue il lavoro di Rockstar da tempo non dovrebbe mai fare.. il motivo? Continuate a leggere...

Come hai detto che si chiamava? Mona? Mona Sax?

Fughiamo ogni dubbio da subito Signori, alla Rockstar non sono dei pivelli e il genere a cui appartiene Max Payne di certo non gli è estraneo, in tutti i loro giochi la componente “sparatoria” è sempre stata gestita al meglio, si pensi a Red Dead Redemption o al famigerato GTA.
I dubbi per quanto leciti erano assolutamente superflui, specie dopo aver fatto almeno un'oretta tra le favelas Brasiliane o tra i sobborghi della grande mela (NY è sempre presente).
Come in passato il fulcro della produzione è una perfetta fusione tra una coerente ed intensa narrazione e un dinamico immediato e coinvolgente gameplay. Max avanza tra vicoli vecchi e nuovi con la stessa spavalderia di un tempo ma il suo passato è ancora troppo ingombrante.
La scomparsa della sua famiglia, la convinzione di essere responsabile in prima persona della loro dipartita, innesca una serie di eventi che lo porteranno a commettere un errore di troppo, quel genere di errore i cui effetti ti seguono fino alla fossa in qualsiasi posto decidi di scavarla.. la trama come nei precedenti capitoli è stupendamente articolata, la narrazione è un continuo alternarsi di situazioni che collegano il Max di allora al Max odierno. Le scelte di regia e sceneggiatura ci spiegano passo per passo tutto quello che ha portato il nostro antieroe a fuggire dalle fredde strade di NY per raggiungere le assolate baraccopoli sudamericane. Le scene di intermezzo sono ancora realizzate con un montaggio in stile comic book, ma per segnare una sorta di evoluzione rispetto al passato le immagini sono realizzate con il motore del gioco e rimangono in movimento fino al cambio di scena con l'aggiunta di una nuova “vignetta”. Il risultato ricorda molto lo stile narrativo utilizzato da Ang Lee nel poco compreso Hulk con Eric Bana. Il livello raggiunto dallo story telling segna un nuovo traguardo qualitativo fondendo lo stile espressivo delle graphic novel statunitensi alla raffinatezza “registica” delle produzioni cinematografiche odierne. Sebbene la scelta di aggiungere una nuova assolatissima location possa far pensare il contrario, l'atmosfera noir e quel senso di disagio proprio della serie sono ancora presenti forse in maniera più marcata che in passato. Il merito dell'ottimo risultato, fedele per continuità ai predecessori, è da ricercarsi nel consueto uso della voce fuori campo del protagonista che tra commenti sarcastici e cinici monologhi racconta il suo punto di vista per l'intera durata del gioco.. un qualcosa a cui nessun fan della serie poteva rinunciare. Il background narrativo rimane ancorato al genere hard boiled e in nessuna parte del gioco qualcosa vi sembrerà fuori posto, anzi! la coerenza espressiva è un qualcosa che Rockstar games ha nel proprio DNA e Max Payne 3 è solo la riprova del talento dei coders in seno alla Soft-Co.

Slow baby slow..

Il gameplay di Max Payne si mantiene ancorato agli stilemi introdotti dalla serie, troveremo nuovamente il Bullet time e tutto ciò che si porta in dote una tecnica come questa. Le evoluzioni che saremo in grado di compiere in slow motion sono tra le più coreografiche mai apparse in un viggì, la funzionalità delle evoluzioni unita alla loro spettacolarità pone il titolo Rockstar sul trono dei TPS di questa generazione. Certo la produzione non è stata avara di novità, il gioco ora vanta un sistema di coperture ben implementato, utile per prendere fiato ogni tanto, ma il gioco stesso vi impone una condotta votata all'attacco senza remore, una condotta attendista e passiva spingerà i vostri avversari ad un approccio ancora più aggressivo e tramite l'uso di bombe e accerchiamenti tenteranno in ogni modo di stanarvi. Nel pieno rispetto della tradizione anche in questo capitolo l'energia si può rigenerare solo tramite l'uso degli antidolorifici, ovviamente il numero trasportabile e sempre esiguo e l'essere parsimoniosi può salvarvi la vita nei momenti davvero difficili.
I più livelli di assistenza alla mira vi permetteranno di definire meglio il vostro stile di gioco, capire il giusto grado di “aiuto” sta a voi e alla vostra condotta in azione. Per quanto la trama e la regia siano fondamentali in tutti i capitoli di Max payne, la serie è e rimane uno shooter dove tutto è in funzione delle sparatorie. Pochi ma significativi accorgimenti rendono il gioco comunque interessante e brioso fino alla fine indipendentemente dal fruire della storia. Le occasionali sequenze su “binari” e la “bullet cam” aggiungono sapore ad un piatto di per se gustoso.
Le modalità dedicate al single player vengono arricchite da altre 2 piuttosto simili in termini di frenesia dell'azione. In “sfida a punti” il vostro obiettivo è guadagnare il maggior numero di punti esibendovi in spettacolari e sempre più complesse combo, più saranno articolate più il vostro punteggio, e la vostra reputazione, salirà mettendovi in competizione con gli altri giocatori sparsi per il pianeta. Nella modalità “all'ultimo respiro” sarete chiamati a concludere un livello in meno di 60 secondi, ogni uccisione vi permetterà di guadagnare secondi preziosi per garantirvi la conclusione del livello prima della fine del time drop. L'abilità dimostrata in queste modalità torna utile soprattutto online con le numerose modalità disponibili. Per la componente online potrete creare un personaggio è farlo evolvere in base al successo delle vostre imprese. In base ai risultati sboccherete delle abilità che vi permetteranno di avere un aiuto considerevole negli scontri piu popolosi e concitati. Di base la infrastruttura creata da Rockstar è pensata per ospitare scontri a fuoco tra giocatori in coop e a squadre su vaste mappe in continuo arricchimento e supporto da parte del team. Sono già in lavorazione alcune nuove location e diventeranno DLC a breve. Per la qualità delle proposte che arriveranno su questo aspetto non posso che avere fiducia in Rockstar, i trascorsi della soft-co parlano da soli...

Quanti anni sono passati? Troppi vecchio mio..troppi

Tecnicamente il gioco è qualcosa di straordinario. Il motore proprietario di Rockstar, il RAGE, già a suo agio nel gestire mondi virtuali della grandezza di Red dead, qui sfoggia una qualità davvero eccelsa grazie soprattutto alla circoscritta ampiezza delle aree di gioco. La linearità dell'azione e la scarsa interazione con i fondali ha permesso al team di rifinire ogni minimo aspetto del gioco con una quantità di dettagli davvero encomiabile. Senza la minima incertezza il motore gestisce una mole poligonale ragguardevole senza cali e senza problemi che possano inficiare la qualità dell'immagine (niente tearing, aliasing gestito stupendamente, frame rate stabile..). Strepitoso il comparto animazioni, tra i più sofisticati mai introdotti in questa generazione, collisioni che rasentano la perfezione e una tra le migliori caratterizzazioni espressive mai viste.. Max è in assoluto il personaggio videoludico più “vivo” mai apparso in un videogioco.. se ci fosse un Oscar al miglior attore protagonista in un viggì probabilmente scalzerebbe chiunque, persino Nathan Drake.. non solo estetica, persino la componente audio è da applausi scroscianti. Le musiche rimangono evocative come in passato ma ciò che sorprende è il doppiaggio (purtroppo non più localizzato in italiano, all'epoca la voce di Max era di Giorgio Melazzi), l'intensità delle voce e la spiccata teatralità dell'interpretazione rendono Max ancora più vivo e “comunicativo” che in passato..un attore virtuale che non ha nulla da invidiare a quelli in carne e ossa.

Concludendo..

Come ho scritto qualche riga fa i dubbi su questo capitolo delle disavventure dell'allora Faccetta buffa erano tanti, ma l'errore fatto da me e da altri videogiocatori è stato quello di sottovalutare almeno inizialmente Rockstar.. una Soft Co che annovera tra i suoi titoli opere del calibro di Red Dead Redemption non merita nessun tipo di discriminazione.. dopo aver vissuto l'esperienza di Max Payne 3 sono sicuro che Rockstar può realizzare qualsiasi cosa.. Bentornato Max.

Slide show
Recensione a cura di:
Toni Viceconti
Votazione
Grafica: 9.5
Sonoro: 9.5
Giocabilitá: 9
Longevitá: 8.5

Voto Finale
9
Consigliato da Overgame

+ Punta di diamante:
+ Comparto tecnico eccellente
+ Sonoro straordinario
+ Gameplay frenetico in perfetto equilibrio tra classico e moderno
+ Longevo quanto basta in single player
+ Divertentissimo in multiplayer

- Pecora nera:
- Kill cam divertente solo nelle prime ore di gioco..
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