Inside

INSIDE

Produttore: Playdead
Sviluppatore: Playdead
Lingua: Italiano
Versione: Pal
Genere: Online, Azione e avventura
Giocatori: 1
PEGI: 18

Parlare di Inside è parecchio difficile, data la natura del gioco. Il gioco in questione è il successore spirituale di Limbo, ovvero il primo titolo del team di sviluppo danese di Playdead.
Limbo era molto affascinante e proprio per questo forse uno dei giochi più importanti della storia recente degli indie. Una direzione artistica magistrale e uno stile minimale ed estetico volto all’espressionismo ne facevano una gemma di rara bellezza. La scia di Inside è la stessa e quindi il titolo si mostra coerente con il proprio passato.

Ci ritroveremo fin da subito in un bosco in bianco e nero, impersonando un bambino che altro non fa che camminare verso la destra dello schermo. Il gioco assume quindi i contorni di un platform puzzle anche se dopo le prime somiglianze il gioco comincia a brillare di luce propria.
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TUTTO ATTORNO

Inside stupisce con la sua profonda narrazione ambientale. Non è presente nessun tutorial infatti, nessun testo a schermo e perciò dovremo intuire tutto nella maniera più immediata possibile. Anche la storia nel vero e proprio senso del termine latita.  Viene descritto un intero mondo più che una storia precisa.

Ci si ritrova in un meccanismo più grande di noi in cui gli eventi saranno indipendenti dalla nostra volontà o dalle nostre azioni specifiche. Tutto è surreale e difficile da decifrare ma non dovreste neppure tentarci e lasciarvi trasportare dall’atmosfera.
Va appprezzato il contesto surreale in cui ci troviamo, non tanto la storia o il gioco in senso stretto di gameplay.
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MONDO DISTOPICO

Il gioco è basato su un mondo distopico con un regime che controlla ogni aspetto della vita di ognuno.
Il protagonista si trova quindi in fuga e non vuole essere catturato. Vengono catturati parecchi uomini e immediatamente si trasformano in sorte di zombie umanoidi.

Probabilmente si tratta di un mondo nel futuro dato che la tecnologia pare essere molto avanzata. Dappertutto però regna l’angoscia e la rassegnazione.
Molto spesso nel gioco la narrazione e il gameplay si fondono in maniera convincente e infatti dovremo ad esempio imitare a schermo azioni che gli altri personaggi non giocanti compiono per poter avere salva la pelle.
Ogni elemento a schermo può creare tensione emotiva e anche i colori, sempre sui toni del grigio e dello scuro servono proprio a questo scopo.
Il gioco è stato realizzato in sei anni ma tutto questo tempo speso è evidente dato che il gioco non ha mai alcun tipo di sbavatura. Contenuto e forma si fondono in maniera perfetta e il trial and error moderato vi permetterà di mirare tali bellezze più e più volte.

Il gioco risulta comunque sempre molto equilibrato e gli enigmi si innestano nell’incedere del giocatore in maniera molto convincente in un meccanismo di scoperta che ci farà conoscere molto aa fondo il mondo di gioco.
Tutto comunque avviene in maniera fluida e convincente, grazie agli enigmi coerenti con quanto si vede nelle ambientazioni e sempre intelligenti.
Tutto è alla portata del giocatore e quando l’avventura sarà conclusa vi ritroverete come svuotati e sinceramente commossi.

Playdead ha realizzato quindi l’ennesimo titolo tanto semplice quanto perfetto sotto ogni punto di vista.
Narrazione, gameplay e comparto tecnico sono tutti ai massimi livelli.
Gli enigmi soddisfano e stupiscono e bisogna non tanto seguire quanto lasciarsi rapire. Un titolo maturo e complesso che ha già fatto scuola.

Review a cura di Luca Longobardi

Votazione:

Grafica: 9
Sonoro: 9
Giocabilitá: 9
Longevitá: 9
Voto Finale: 9
Poesia allo stato puro; finisce troppo presto :-(

4

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