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Xbox 360 - Alan Wake
Alan Wake
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Produttore:
Microsoft Game Studios
Sviluppatore:
Remedy Entertainment
Lingua:
Italiano
Versione:
Pal
Genere:
Avventura
Giocatori:
1
PEGI:
16+
Finalmente è qui, dopo 5 estenuanti anni di lavoro il nuovo titolo Remedy è una realtà.
È stato difficile seguirne lo sviluppo, in più di un’occasione molti avevano pensato addirittura alla cancellazione tanto che il nomignolo affibbiato al gioco era diventato “Alan Fake”.
L’importanza del progetto del team che ha dato i natali ad uno dei personaggi più importanti nel mondo videoludico (il mai troppo lodato Max Payne…) aveva raggiunto proporzioni tali che ogni nuova notizia sulle caratteristiche altro non faceva che alimentare un hype che all’annuncio della data di rilascio aveva raggiunto dimensioni abnormi.

Le premesse per un prodotto eccellente c’erano tutte a partire dalla componente narrativa e dalla struttura a episodi come nel più eccellente serial televisivo. Metodologia non nuova nei videogiochi a suo tempo infatti fu adottata anche dal malriuscito Alone in the Dark, una celebre vittima dell’hype da egli stesso generato.
La contaminazione tra cinema e videogiochi nel corso degli anni è diventata sempre più frequente, al punto che le differenze in certi frangenti sono quasi tutte a favore della maggiore (ovviamente!!!) interattività del nostro hobby preferito, prodotti come Heavy Rain ne sono un esempio lampante ma non solo, lo stesso Mass Effect in entrambi i capitoli propone dialoghi integrati in modo sublime nella struttura di gioco e, soprattutto, determinanti per lo svolgersi della vicenda, con diramazioni e libertà di scelta tali da coinvolgere il giocatore come è più di un film!
Alan Wake non fa eccezione, benche la struttura su cui poggia non è certamente quella “emotivamente libera” dei titoli citati poco fa, coinvolge e rapisce il giocatore in modo incisivo grazie ad un gameplay si classico (alla silent hill per intenderci…) ma giustificato in ogni sua parte dalla sceneggiatura che non temo smentite nel dire che è tra le più riuscite e trascinanti di questa generazione di console.

“Scusi vado bene di qui per Bright Falls?”
“Si, segua le indicazioni per Castle Rock, è sulla strada per Twin Peaks”

Per chi non avesse colto le citazioni del titolo del paragrafo (se siete tra questi preoccupatevi…) e bene chiarire i punti di riferimento più evidenti di Alan Wake.
Il paese che prende il nome di Bright Falls e gli ambienti circostanti è dove si svolge la vicenda, il luogo in questione è arroccato tra i monti, immerso nei boschi più cupi che il mondo abbia mai visto e popolato da abitanti con più scheletri nell’armadio che l’ossario vaticano…
i parallelismi con l’opera di David Lynch (quel Twin Peaks che Mediaset ebbe la scelleratezza di trasmettere la prima messa in onda in prima serata come fosse una soap alla Dinasty…) già da questa breve descrizione si sprecano ma non solo, la vita apparentemente tranquilla della comunità del luogo, la presenza maligna che rende gli abitanti qualcosa di oscuro e sinistro nelle ore notturne ha molto in comune con la cittadina che fa da sfondo alle numerose vicende narrate dal grande Stephen King nei suoi numerosi romanzi, quella Castle Rock che abbiamo imparato ad amare e temere…

Per quanto numerose le citazioni palesi, volute e non, non sono mai fuori luogo, anzi per lo più sembrano quasi celebrative e di fatto riescono a rendere Alan Wake anche più interessante. Se avvertite una certa familiarità nelle locazioni è perché nel vostro background culturale ci sono legami con le opere degli autori che hanno ispirato il lavoro di Remedy, e tutto sommato è una sensazione piacevole.

La storia di base narra di uno scrittore di romanzi appena trasferito in questa strana cittadina e della misteriosa scomparsa della moglie… il perché e il percome di tutto non è compito mio dirvelo, la componente narrativa come vi ho detto è forse la parte più interessante di tutto il gioco ed è giusto che la conosciate attraverso di esso.
Il gameplay di suo non offre soluzioni diverse da quanto siamo abituati, benché presente l’esplorazione non è parte integrante della sua fattura, il gioco procede con una certa linearità e con una successione di momenti accuratamente sceneggiati per suscitare in voi una reazione emotiva, una maggiore libertà di azione avrebbe allentato un po’ la tensione che di fatto sarà vostra compagna per tutta la durata del gioco.

Pur non appartenente al genere dei survival horror, Alan Wake ne riprende alcuni dettami per sorprendere e toccare le corde emotive giuste ad ogni giocatore. Impossibile non sentirsi braccati durante la notte, impossibile non sentire un forte senso d’alienazione durante il giorno… le ore passano inesorabili scandendo le giornate di Bright Falls apparentemente tutte uguali, ma qualcosa vi tiene d’occhio, sa di voi e dei vostri limiti…sa come ostacolarvi… questa sensazione e sempre presente e vi mette nella posizione di essere sempre allerta sempre “svegli”… i combattimenti sono comunque presenti in numero sufficientemente ampio, le vostre armi più importanti sono le torce elettrice e le batterie per alimentarle, merce rarissima nelle pellegrinazioni notturne a Bright falls.
La luce è l’unica cosa in grado di indebolire chi vi attacca, così facendo sarete in grado di attaccarli con un arma da fuoco e liberarvene.

La lezione impartita dal capolavoro horror di casa Konami (silent hill 2….) ha fatto si che Remedy realizzasse il protagonista come un uomo comune con i limiti “bellici” dello stesso, Alan non è una macchia da guerra, ha difficoltà a correre per troppo tempo, si stanca in fretta e non ha una grande dimestichezza con le armi, ovvio che i punti in comune con James Sutherland di SH2 sono più di uno, ma non è di plagio che si parla, è più capire come fare imparando la lezione da chi la sa fare…

Per quanto classico il tutto funziona in maniera egregia e ottiene ciò che il team si era proposto di ottenere, tensione a pacchi e voglia di continuare la storia per qualsiasi giocate che ha l’audacia di immergersi nei misteri di Bright falls.

Ombre e luci…
Come molti di voi avranno intuito dai video, dalle foto e da quanto detto fino ad oggi, Bright falls offre paesaggi di una bellezza impressionante. Il lavoro svolto dal team è assolutamente encomiabile per ciò che concerne l’atmosfera e l’utilizzo eccellente delle fonti di illuminazione. Nel panorama ludico della console microsoft abbiamo imparato ad ammirare delle opere di rara bellezza tecnico/estetica (gears of war è ancora oggi un termine di paragone per tanti giochi…) e Alan Wake pur non presentando un motore grafico così performante riesce ad affascinare come pochi altri titoli sul mercato.

L’ambiente e la sua struttura rapisce ed incanta, quello che meno convince al momento (sono previsti DLC riparatori e ottimizzanti…) sono alcune animazioni e un tearing fastidioso che fortunatamente non è presente in modo costante.

Ottime le musiche e la selezione dei brani su licenza da inserire, tutti estremamente azzeccati e pensati in modo “narrativo”, effetti sonori e doppiaggio ancora una volta efficaci.

Concludendo
Alan Wake si è fatto attendere per tanto, troppo tempo, l’ultima fatica di Remedy pur non raggiungendo lo status di capolavoro riesce ad incollare il giocatore dal primo all’ultimo minuto affascinandolo con un’atmosfera davvero eccelsa per quanto derivativa da tante altre forme di intrattenimento, consigliato dunque ai fan del thriller vecchia maniera e a chi non cerca l’originalità a tutti i costi.

Recensione a cura di:
Toni Viceconti
Votazione
Grafica: 8.5
Sonoro: 8
Giocabilitá: 8
Longevitá: 8

Voto Finale
8.5
Consigliato da Overgame

+ Punta di diamante:
+ Atmosfera eccellente
+ Coinvolgente da subito
+ Ottima struttura narrativa

- Pecora nera:
- Piccoli e ma fastidiosi problemi tecnici(anche se a quanto pare momentanei…)
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