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Xbox 360 - Kingdom Under Fire: Circle of Doom
Kingdom Under Fire: Circle of Doom
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Produttore:
Microsoft Game Studios
Sviluppatore:
BLUESIDE Inc.
Lingua:
Italiano
Versione:
Pal
Genere:
Action/RPG
Giocatori:
1 - 4
C’era una volta un gioco chiamato Baldur’s Gate Dark Alliance sulle consolle della precedente generazione, un gran gioco, un’onesto action/GDR (un hack ‘n ‘slash “dopato”…), longevo, divertente mai frustrante e con una buone dose di personalizzazione dell’equipaggiamento del nostro avatar.
Kingdom Under Fire: Circle of Doom è in pratica uno dei successori di quel capolavoro ma a distanza di anni dall’uscita di Baldur’s Gate non riesce nell’intento di equipararlo, vediamo perchè.

Regno della Luce , Regno dell’oscurità. E che poteva mai essere?
Da sempre, in Circle of Doom, vi è stata l’alternanza tra il dominio del regno della luce e il dominio del regno dell’oscurità.
Ma ora il regno oscuro reclama il potere assoluto e noi, nei panni di uno dei ben sei personaggi giocanti, dovremo scongiurare tutto ciò grazie all’uso incondizionato della forza e delle nostre peculiarità principali.
Ad opporsi a noi orde di mostri inferociti e pronti a farci la pelle ogni qualvolta se ne presenterà l’occasione, dovremo così attraversare sei mondi divisi a loro volta in varie locazioni e affrontare indomiti i nostri nemici per garantirci l’accesso a nuove aree, dove tra l’altro affronteremo anche degli sprovveduti boss di fine livello. Il sistema di gioco si rifà solamente a degli scontri in puro hack ‘n’ slash, ripetitivo e non impegnativo per la disarmante facilità con cui annienteremo i nostri avversari, questi dimostrano una scarsa intelligenza tattica, infatti non faranno altro che accerchiarci e effettuare sporadici attacchi intervallati da lunghe pause in cui resteranno inermi a subire i nostri colpi che li falceranno come erba . Anche il nostro personaggio avrà un limite nelle azioni quantificata nella barra di PA , una sorta di indicatore che determina il numero di colpi consecutivi che potremo assestare. A mio avviso questo espediente assesta un colpo mortale alla giocabilità del titolo perché nell’attesa che di essere nuovamente in grado di sferrare attacchi (una volta esaurita, la barra dei PA impiega un paio di secondi per riempirsi…) saremo in balia dei nostri avversari senza avere nemmeno la possibilità di pararne i colpi…

Come ogni action/GDR che si rispetti, il nostro personaggio attraverso le uccisioni procurate, accumulerà punti esperienza e salirà quindi di livello, fino al centoventesimo addirittura, avremo così a disposizione dei punti da assegnare alle tre caratteristiche determinanti per ogni avatar, i PS (punti salute) PA (punti azione) e la fortuna importante per ottenere gli oggetti migliori dai nemici uccisi.
Potremo quindi equipaggiare armi amuleti e corazze sempre più potenti che ci garantiranno i mezzi per proseguire la nostra avventura, la varietà di oggetti reperibili è sicuramente la parte migliore del gioco. Potremo inoltre acquistare oggetti dagli dei che incontreremo in appositi checkpoint di salvataggio e sintetizzare i medesimi oggetti potenziandoli e rendendoli più letali e più utili ai nostri scopi. Nelle aree di checkpoint potremo inoltre dormire e ritrovarci nel mondo dei sogni dove potremo imparare abilità di combattimento e di cura utilizzabili solo dopo aver ucciso un determinato numero e specie di avversari.

SEI MONDI DA ESPLORARE MA TUTTI UGUALI
Parlavamo prima del nostro percorso che si snoda in sei differenti mondi nei quali le differenti locazioni vengono generate di volta in volta. Questo però non da spazio molto alla fantasia perché i percorsi sono tutti lineari e inoltre l’esplorazione è ridotta al minimo da barriere invisibili che non ci permettono altro che andare dritti per il percorso stabilito, inoltre gli ambienti non spiccano per varietà poiché sono tutti uguali e lo sforzo dei programmatori e dei grafici è stato davvero minimo dando un senso di incompiuto alle terre esplorate durante le nostre quest. Per di più lo sforzo narrativo è confuso e ridotto ai minimi termini, un enorme lacuna che riesce a fare innervosire anche il giocatore più modesto, nel 2008 inoltrato ci si aspetta molto di più dalla trama di un gioco fantasy.

Tutto questo non giova alla longevità del titolo (di suo abbastanza corto) e alla rigiocabilità che nonostante metta a disposizione 5 personaggi da subito e 1 sbloccabile terminando la storia col personaggio Celine, non aggiunge validi motivi per essere ricominciato.

Il comparto tecnico di KUF: Circle of Doom non è sicuramente all’altezza di altri giochi di nuova generazione e non scalfisce nemmeno di striscio le potenzialità della consolle su cui è stato progettato. Gli ambienti sono poco curati e ripetitivi, il susseguirsi degli ambienti non da nessun senso di progressione, l’unico aspetto positivo è il sistema di illuminazione, a tratti suggestivo, a tratti appropriato al contesto.
Altra inspiegabile leggerezza è il character design dei nostri avversari, ripetitivi nella struttura poligonale, animati in modo francamente imbarazzante e privi di espressività… nota positiva invece per la cura dei nostri alter ego, un character design sicuramente atipico ma non privo di fascino.
Sul frangente sonoro la nostra avventura è accompagnata da schitarrate heavy metal in presenza di uno scontro e a musiche più soft nei momenti di intervallo tra una battaglia e un’altra…niente di nuovo sotto il sole, Anche qui veramente deludente, la qualità delle composizione e di dubbio gusto risultando monotono. Sufficiente il doppiaggio in italiano, senza infamia e senza lode.

Interessante la possibilità di giocare online con tre nostri amici e tuffarci nel mondo fantasy di KUF: Circle of Doom e poter dar vita a un massacro combinato su larga scala, sicuramente uno degli aspetti che risolleva le sorti di un gameplay tutt’altro cghe entusiasmante…

In conclusione KUF: Circle of Doom delude per un gameplay ripetitivo e poco curato, la poca varietà degli ambienti e il loro numero limitato non fa altro che peggiorare la situazione, il buon numero di oggetti reperibili durante il nostro pellegrinaggio non risolleva le sorti di un gioco che aveva belle speranze, e messo sul piatto dell’hype promesse che non ha mantenuto.
Consigliato solo a chi non ha niente di meglio da giocare e si sta annoiando, ma forse fare qualcos’altro non sarebbe meglio???????
Per di più sia di GDR sia di action, la 360 non è affatto avara...
Recensione a cura di:
Marco "Pio" Piana
Votazione
Grafica: 5
Sonoro: 5.5
Giocabilitá: 5
Longevitá: 6

Voto Finale
5.5

+ Punta di diamante:
+ Arsenale vario
+ Personaggi ben caratterizzati


- Pecora nera:
- Gameplay ripetitivo
- Comparto tecnico inadeguato alla nuova
- Generazione di consolle
- Percorsi forzati con barriere invisibili
- Character design degli avversari davvero pessimo...
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