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- La Tesi di Laurea
 
Speciale: John Carpenter


Questo speciale si occupa di uno dei più grandi registi contemporanei, ne tratteggia la carriera con una bio-filmografia, ne sviscera contenuti e poetica pubblicando la tesi di laurea che ho scritto e discusso nel lontano 1998, analizza con passione le edizioni dei suoi film esistenti in formato dvd.
Ho deciso con grande convinzione di tralasciare “Il villaggio dei dannati”, “Vampyres” e “Fantasmi da Marte” (tutti successivi al “Seme della follia”) perché credo siano inutili e brutti, frutto di una carenza di ispirazione e di idee che spero John Carpenter risolva prima possibile.
Al momento la carriera di John si ferma a “Il Seme della follia”, e non avendo io la forza nè il cuore di parlarne male preferisco non parlare affatto dei suoi ultimi passi falsi, ma concentrarmi sui suoi 16 (scusate se son pochi!) primi magnifici film.



Nota Biofilmografica su John Carpenter

John Carpenter nasce il 16 gennaio del 1948 a Carthage, New York. Trascorre la sua infanzia a Bowling Green nel Kentucky, essendo il padre Howard docente di Musica Moderna all'Università del Kentucky nonchè apprezzato session-man. Se dal padre eredita sensibilità e propensione alla musica, è dalla madre che viene iniziato alla "cultura dell'immagine".
Sin dalla tenera età di 4 anni viene infatti accompagnato dalla madre nelle sale cinematografiche, e la fantascienza segnerà la sua formazione non solo grazie alla visione di B-movies, ma anche tramite la lettura di racconti, fanzines e riviste come "Galaxy", "Astounding Science Fiction", "The Magazine of Fantasy & Science Fiction". Durante l'adolescenza le fanzines sul tema le dirige lui stesso ("Fantastic Films", "King Kong Journal", "Phantom-Terror Thrills of the Films"). I primi film li gira con la cinepresa paterna, una Brownie 8mm, e poi (dal '61/'62) con una Eumig 650; i titoli di alcuni di essi ( Revenge of the Colossal Beast , Gorgo vs Godzilla , Terror From Space , Sorcerer From Outer Space ) testimoniano della sua passione per il fantastico e di una certa inventiva nella realizzazione di rudimentali effetti speciali con mostri di cartapesta e animazioni a "passo uno".
Fonda poi la casa di produzione Emerald Production, con la quale finanzia Warrior and the Demon e Gordon, the Space Monster , due corti tra fanta-horror e parodia. Intanto in parallelo frequenta la Western Kentucky University e lavora come critico musicale, finchè nel 1968 viene ammesso alla University of Southern California dove segue i corsi di regia, montaggio e fotografia. Gli anni dell'università sono prodighi di cortometraggi (undici), tra i quali il più noto è The Ressurrection of Broncho Billy (1970), diretto da James Rokos ma scritto, montato e musicato da Carpenter. Il film (che vince l'Academy Award nella sezione corti) ci illustra il fantastico mondo di Billy, un ragazzo di Los Angeles che, costretto in una realtà che non gli è congeniale, vive una propria parallela dimensione ispiratagli da una smisurata passione per i film western.

Nel luglio del 1970, dal sodalizio con Dan O'Bannon, nasce il progetto Dark Star (id. 1975) che costituisce la tesi finale di Carpenter all'USC e conquista ampia fama nell'ambiente universitario. Il successo di questo mediometraggio convince i due a tentare la strada della grande distribuzione, e con l'aiuto del distributore Jack Murphy prima, del produttore Jack H.Harris poi, ed infine della casa di produzione Bryanston, il film viene "gonfiato" in 35 mm e completato per la "prima" (il 16 gen. del '75). A questa realizzazione collaborano professionisti come Ron Cobb, Jim Danforth, Jon Wash, Douglas Knapp, oltre al già citato O'Bannon.
Ma la pellicola non ha successo a causa dell'errata campagna pubblicitaria fattane dalla Bryanston, che la pubblicizza come film underground di contro-tendenza (alla Wharol o Waters). Riesce comunque a guadagnare riconoscimenti al festival di Avoriaz e al Filmex di Los Angeles.

Dopo questo esordio Carpenter si dedica alla stesura di numerosi soggetti ("il periodo delle sceneggiature" 1 ). Solo uno degli scritti si trasformerà in film, e non sarà lui a dirigerlo; si tratta di "Eyes", che è alla base del film Eyes of Laura Mars ( Occhi di Laura Mars , 1978) di Irvin Kershner.

Assault on Precinct 13 ( Distretto 13: le brigate della morte, 1976) è il suo secondo lungometraggio. Finanziato dalla Ckk Corporation e, in aggiunta, da Irvin Yablans, scritto in otto giorni e girato (in interni) ad Hollywood e (in esterni) a Los Angeles, il film (il cui titolo provvisorio era Anderson's Alamo ) è un remake in chiave moderna di Rio Bravo ( Un dollaro d'onore , 1959) di Howard Hawks.

Halloween ( Halloween: la notte delle streghe, 1978), primo successo di pubblico per Carpenter, nasce da un progetto del produttore Irvin Yablans (inizialmente si chiamava "The Babysitter Murders") a cui mettono poi mano lo stesso Carpenter e la produttrice Debra Hill.

Dopo aver ultimato Halloween, Carpenter realizza il suo primo film per la televisione, tratto da una sceneggiatura ("High Rise") venduta l'anno precedente alla Warner Bros. Someone is Watching Me ( Pericolo in agguato , 1978) viene trasmesso in "Night at the Movies", sezione notturna del mercoledì per la NBC, a causa dei suoi contenuti thriller, ed è prodotto da Richard Kobritz. La storia deriva da un episodio realmente accaduto, ma molti sono i debiti nei confronti del classico di Hitchcock Rear Window ( La finestra sul cortile , 1954).

La seconda esperienza televisiva di Carpenter è la biografia di una grande rockstar: si tratta di Elvis the Movie ( Elvis: il re del rock , 1979), film della durata di tre ore, prodotto per la ABC TV, che trasmesso nel febbraio del '79 superò per ascolti addirittura Gone With the Wind ( Via col vento , 1939) di Victor Fleming. Di questa copia fu anche realizzata una versione breve per le sale cinematografiche.

Il ritorno al cinema è anche il suo esordio hollywoodiano, grazie a Debra Hill realizza infatti The Fog ( Fog , 1979) con un budget di un milione di dollari messogli a disposizione dalla mini-major AVCO-Embassy.

A causa di ritardi durante la preparazione di The Thing, Carpenter pone mano ad una storia da lui scritta nel 1975, un soggetto am-bientato nel futuro in uno scenario apocalittico, fortemente polemi-co nei confronti della società. E' lo script di Escape From New York ( 1997:Fuga da New York ,1981), prodotto ancora dalla AVCO Embassy per la cifra di sette milioni di dollari e girato a St.Louis, Atlanta, San Ferdinando Valley, Los Angeles e New York.

Visto il successo di Halloween, nel 1980 Carpenter viene pressato da più parti (la casa di produzione di De Laurentiis e il produttore della pellicola Irvin Yablans) affinchè ne realizzi un seguito; egli accetta, ma solo in veste di sceneggiatore (assieme a Debra Hill) e produttore, visto il notevole impegno richiesto da un progetto contemporaneo a cui tiene molto di più: il remake di The Thing From Another World ( La "Cosa" da un altro mondo ) di Christian Nyby (e Howard Hawks) del 1951. The Thing ( La Cosa , 1982), per realizzare il quale il regista dispone della cifra record di 15 milioni di dollari offertagli dalla Universal, è in realtà più vicino al testo letterario di partenza (il racconto "Who Goes There?" di John Wood Campbell) che alla trasposizione di Nyby/Hawks.

Il film esce nel 1982 ed è un insuccesso commerciale anche per la contemporanea uscita di un film come E.T. the Extra-Terrestrial ( E.T. l'extraterrestre , 1982) di Steven Spielberg, che dipinge un ritratto di alieno completamente opposto a quello carpenteriano. L'anno seguente due vecchie conoscenze di Carpenter, incaricati dalla Columbia, gli offrono un'altra trasposizione di un testo letterario: nasce così Christine ( Christine la macchina infernale , 1983) tratto dall'omonimo romanzo di Stephen King. Le due persone in questione sono Larry Franco, collaboratore e aiuto-regista di Carpenter da anni, e Richard Kobritz, già produttore di Someone is Watching Me .

Nel 1984 Carpenter lavora ancora per la major Columbia, e i produttori Michael Douglas e Larry Franco gli mettono a disposizione un budget di 20 milioni di dollari: il film, scritto in collaborazione con Dean Riesner, si intitola Starman (id., 1984).

Big Trouble in Little China ( Grosso guaio a Chinatown , 1986) viene dopo due esperienze non troppo fortunate con gli Studios ( Christine e Starman ); la 20th Century Fox mette a disposizione 25 milioni di dollari per la realizzazione dello script di W. D. Richter, compagno di corso di Carpenter all'USC.

Big Trouble in Little China si rivela un ennesimo insuccesso, Carpenter non riesce a liberarsi dalla "maledizione" che lo accompagna dalla realizzazione di The Thing , e la sua carriera rischia di interrompersi.
Lo salvano l'amico di lunga data Larry Franco e la sua casa di produzione Alive Films, che lo scritturano per la realizzazione di quattro film a basso costo. Il primo di questi è Prince of Darkness ( Il signore del male , 1987), costato la modica cifra di tre milioni di dollari e scritto dallo stesso regista firmatosi con lo pseudonimo di Martin Quatermass.

Prince of Darkness costituisce il ritorno del cinema di Carpenter al consenso, sia di pubblico che di critica (vince il premio della giuria al Festival di Avoriaz).

Un anno dopo, sempre prodotto dalla Alive Films, gira They Live ( Essi vivono , 1988), girato a Los Angeles in otto settimane con la spesa di tre milioni di dollari.

Il regista, chiaramente a proprio agio con le piccole produzioni, che gli garantiscono una certa autonomia e libertà, ora vuole tornare a misurarsi con un grosso budget. Ci riesce solo dopo quattro anni realizzando Memoirs of an Invisible Man ( Avventure di un uomo invisibile, 1992), tratto dal testo omonimo di H. F. Saint, per la cifra di 30 milioni di dollari e tre mesi di riprese.

Prima della realizzazione di In the Mouth of Madness, John Carpenter lavora per la terza volta per la televisione, una televisione via cavo (la HBO). Nelle intenzioni Body Bags ( Body Bags. Corpi estranei , 1993) doveva essere il primo di una serie di film alla maniera di Tales From the Crypt , serie horror prodotta anch'essa dalla HBO. Carpenter viene a conoscenza di questo soggetto tramite la seconda moglie Sandy King, produttrice della New Line Cinema (la prima moglie era stata l'attrice Adrienne Barbeau, conosciuta sul set di Someone is Watching Me ). Carpenter (qui anche nella veste di produttore esecutivo) è il regista di due dei tre episodi in cui è articolato il film: The Gas Station e Hair (mentre il terzo, Eye , è diretto da Tobe Hooper). Dirige anche la cornice ironico-dissacrante che funge da raccordo tra gli episodi, in cui lo stesso Carpenter, nelle vesti di un improbabile coroner, si prende gioco dei cadaveri presenti nel "suo" obitorio (ognuno vittima di morte violenta) e, traendo spunto dai casi più raccapriccianti, narra le tre storie in questione.

Per la stessa casa di produzione, la New Line Cinema, Carpenter subito dopo realizza In the Mouth of Madness ( Il seme della follia , 1994), girato nella periferia di Toronto e costato tra i 12 e i 14 milioni di dollari (la produttrice è ancora una volta la moglie Sandy King). Il film è basato su un soggetto, scritto da Michael De Luca (produttore esecutivo della New Line Cinema), che Carpenter aveva preso in esame già nel 1988 ai tempi della realizzazione di They Live , e che aveva accantonato per il desiderio di mettersi alla prova con una pellicola di genere completamente diverso ( Memoirs of an Invisible Man ).

Village of the Damned ( Villaggio dei dannati , 1995), tratto da un racconto di John Wyndham, è un film fortemente voluto dalla casa di produzione Universal, che Carpenter ultima in nove settimane per un costo di circa cinque milioni di dollari. Il film è un remake di The Village of the Damned ( Il Villaggio dei dannati, 1960) di Wolf Rilla.

Nel 1995 John Carpenter, Debra Hill e Kurt Russell terminano la sceneggiatura di Escape From L.A. ( Fuga da Los Angeles , 1996), sequel di Escape From New York , prodotto dalla Paramount (per la cifra di cinquanta milioni di dollari) e girato in settanta notti con riprese contemporanee delle stesse scene da parte di sei macchine da presa.

1 Giuseppe Salza e Carlo Scarrone, Il Cinema di Carpenter , Roma, Fanucci Editore, 1985, pag. 47.

Adriano    
 
   
 
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